Italiani all'estero - Intervista ad Andrea Caputo

30 Sep 2019

Dubai

image: http://worldfortravel.com

1. Nome, Cognome, contatto (email / LinkedIn / Facebook)

Andrea Caputo, Linkedin

2. In massimo 60 parole, dimmi chi sei e cosa fai

ingegnere, sposato e ancora innamorato, padre di Flavia e Filippo, con un MBA e qualche specializzazione in ambito IT. Negli ultimi 15 anni lavoro su prodotti tech coniugando innovazione con focus sull’utente per migliorare l’esperienza dei consumatori finali Al momento sono in Emaar, i costruttori del più grande grattacielo del mondo, il Burj Khalifa, ad aprire il loro dipartimento Blockchain con ex-Amazon e Google.

3. Dove vivi?

da inizio Settembre a Dubai, prima dal 2012 a Londra. Prima ancora dal 2008 in California

4. Da dove vieni?

Nato e cresciuto dentro una bolla a Roma Nord, lasciata nel 2008

5. Dov’è casa?

Dove sono mia moglie e i miei figli. Al momento a Londra

6. Quando hai deciso di emigrare? Perchè?

Ho deciso di uscire dall’Italia ai tempi dell’università, fine anni ‘90, con l’idea di vedere il mondo fuori dalle mie 4 mura. Non sono riuscito a fare un Erasmus ma, attraverso BEST, associazione studentesca presente in oltre 60 Università europee, sono riuscito a vedere “da dentro” - quindi non solo da turista - tanti posti in Europa. Con molte persone conosciute in quei viaggi sono ancora in contatto e alcuni di loro sono venuti al mio matrimonio. Ho deciso di rimanere fuori dall’Italia nel 2010, dopo aver finito un MBA a USC in California e aver acquisito competenze che praticamente non mi venivano riconosciute da noi

7. Escludendo sole, mare, cibo, calcio ed il bidet, cosa vorresti importare dall’Italia nel tuo contesto di vita attuale (max 2 punti)?

Sinceramente, le sole cose che mi mancano dell’Italia sono gli affetti e la cultura, specie in queste prime settimane di lavoro a Dubai. Camminare per le strade di Roma avendo il lusso di entrare in una chiesa per vedere un quadro di Caravaggio o perdersi tra i Fori Romani è una cosa che mi è sempre mancata da quando ho lasciato la mia città.

8. Al contrario, cosa vorresti importare in Italia dal tuo contesto di vita attuale (max 2 punti)?

Dagli US - il patriottismo, la fierezza e il grandissimo senso di appartenenza ad una comunità dove tutti sono americani prima di qualsiasi altra cosa

Dagli UK - la meritocrazia in ambito lavorativo: non importa da dove vieni ma, se vali, sono pronto ad affidarti un ruolo di responsabilità e a retribuirti adeguatamente

Dagli UAE - la continua spinta ad innovare: il paese si basa su una fonte di ricchezza che tenderà a finire e da sempre sta cercando di creare valore in ambiti più diversi. Trovo incredibile che Dubai, letteralmente una cattedrale nel deserto, abbia più visitatori per anno di Roma!

9. Rispetto a quando sei andato via, si sta meglio o peggio in Italia? Quali macro cambiamenti hai notato?

Si sta peggio. La gente è più arrabbiata, è focalizzata su dettagli urlati e ripetuti continuamente da politici senza scrupoli e si dimentica quali sono i propri valori. E questo accade indipendentemente dal sesso, etnia ed estrazione sociale. Un tempo costruivamo ponti per far stare tutti meglio facendo crescere la ricchezza complessiva, adesso costruiamo muri per difendere quel poco che abbiamo. E ci impoveriamo inaridendoci.

10. Pensi di rientrare in Italia? Nel caso, quali condizioni dovrebbero verificarsi?

Ci penso spesso, principalmente perché ho il desiderio di voler trasmettere ai miei figli la storia e la cultura italiana ma per farlo dovrebbero cambiare principalmente due cose: noi - la mia famiglia ed io - dovremmo vedere questo passaggio come un accrescimento del nostro benessere, reale o percepito, e quindi fare una scelta per andare in un posto dove potremmo vivere meglio; come secondo punto, la gente. Idealmente servirebbe un boom economico tipo quello degli anni 60, ma mi accontenterei di avere una popolazione mediamente meno arrabbiata e insoddisfatta.

11. Hai campo libero - lascia un tuo pensiero su ciò che ti sta a cuore

La maggior parte delle persone che leggerà queste righe sarà più istruita dei nostri genitori. Spero che, come me, vivano questa maggior consapevolezza con un forte senso di responsabilità nei confronti del paese. Mi piacerebbe se, noi tutti, potessimo sviluppare quel sentimento di “giving back” al nostro paese e alla nostra community, che spesso ho visto nel mondo anglo-sassone, sapendo che ogni piccolo aiuto potrà fare la differenza nel lungo periodo.