Data Matters - dal dottore (in Germania)

13 Sep 2019

Jan Steen Wikimedia Commons

- Salve, ho un appuntamento dal dermatologo.

- Ah sì, per favore firmi la liberatoria sul trattamento dei dati - è una formalità, sa con la nuova legge siamo obbligati a richiedere il suo consenso.

La segretaria del mio dermatologo mi passa un bel foglio in cui si dice che:

Ricevo il foglio, la penna e noto la sorpresa della segretaria quando comincio a leggere e non firmo subito. La sorpresa si trasforma in stupore quando chiedo il documento relativo a come verranno trattati e gestiti i miei dati. Visto che ci sono, e lo ammetto sono stronzo, chiedo anche il modulo per la revoca del mio consenso. Ricevo prima delle occhiataccie, poi degli sbuffi e quindi mi stampa una paginetta con 4 punti 4 in cui (non) si spiega come verrano gestiti i miei dati ed un foglio in bianco in cui posso revocare “liberamente” il mio consenso.

Ah, che bello il foglio bianco! Lì posso scribacchiare il mio consenso al trattamento dei miei dati personali a scopi medici e curativi da parte del mio dermatologo ed il divieto di distribuirli a terze parti senza il mio consenso specifico.

Io sono i miei dati ed i miei dati non possono esistere senza di me. Credo, fermamente credo, che il GDPR sia un’ottima base di partenza su cui costruire un modello di gestione dei dati più morale e responsabile rispetto alla catastrofe attuale.

Spero Margarethe Vestager, appena nominata vice presidente esecutiva dell’Unione Europea con delega al digitale e capo della commissione sulla competizione (qui un bel profilo di Politico), possa orientare la politica digitale europea verso uno sviluppo socialmente responsabile e sostenibile, coprendo uno spettro di attività molto ampio (la nostra vita) e non più limitato al perimetro puramente IT.

PS: sentivo stamane l’ultima puntata del podcast di Walter Vannini DataKnightmare ed annuivo sorridendo alle sue esplosioni sul GDPR e sul trattamento dei dati - se siete interessati a questi temi, seguitelo!